Don Francesco De Lucia, primo Rettore del Santuario, nacque a Mugnano del Cardinale, Diocesi di Nola, il 19 settembre 1772. Nei primi anni della sua giovinezza ricevette da un suo zio prete Don Angelo Antonio Noja un’educazione altamente cristiana.
Con l’aiuto dello zio sacerdote entrò nella Congregazione del SS. Sacramento in Lucera. Terminati gli studi di Teologia e Filosofia, i suoi progressi nelle scienze filosofiche furono tali, che, nonostante la giovane età, fu scelto dai superiori a tenere lezioni di Filosofia ai novizi di S. Alfonso dei Liguori nella Casa di Diliceto presso Foggia.
Viene ordinato sacerdote nel giorno della festa di S. Gennaro, il 19 settembre 1796. Subito dopo l’ordinazione sacerdotale, ammalatosi, con il permesso dei superiori ritorna a Mugnano.
Dopo un breve periodo trascorso nel paese nativo, si stabilì a Napoli. In questa città aprì una scuola di Letteratura e Filosofia. Ben presto si meritò la stima e l’affetto di distinti personaggi, tra i quali ricordiamo il servo di Dio Giuseppe-Maria Pignatelli della Compagnia di Gesù.
Scoppiata la Rivoluzione Napoletana del 1799, Don Francesco prende la decisione di allontanarsi da Napoli e ritorna al paese. A Mugnano del Cardinale si dedica al ministero, promuove, assieme ad altri confratelli, missioni nel napoletano e nel meridione, ottenendo copiosi frutti per il popolo di Dio. Questo stile di vita apostolica gli valse la stima di molti personaggi partenopei, che spinse Mons. Bartolomeo De Cesare a farsi accompagnare a Roma per ricevere l’ordinazione episcopale da Papa Pio VII il 30 giugno 1802. Fu in questa circostanza che a Roma venne in possesso del corpo di Santa Filomena tramite la mediazione dello stesso De Cesare. La Divina Provvidenza aveva preparato questo viaggio affinché, Don Francesco De Lucia, divenisse il promulgatore del culto di Santa Filomena. Ben presto, difatti, diventò lo storico delle sue reliquie, stampando nel 1824 la “Relazione Istorica della traslazione del Corpo di Santa Filomena da Roma a Mugnano”. L’opera si diffuse rapidamente in ogni città d’Italia e fu tradotta in varie lingue. Alla prima edizione del 1824 ne seguirono altre, ben sei furono le edizioni rivedute e corrette fino al 1843.
Con scopo di dare al culto della giovane Martire radici più solide e più profonde, Don Francesco De Lucia fondò a Mugnano la Pia Associazione delle “Verginelle di Santa Filomena”, dette anche “Le Monacelle di Santa Filomena”. Molte persone, per lo più giovani, casalinghe o contadine aderirono all’istituzione religiosa-laica fondata dal pio custode del Santuario. Queste vivevano presso le loro famiglie, distinguendosi per la loro profonda devozione alla vita religiosa. Portavano un vestito nero, un velo bianco e un piccolo crocifisso sul petto e osservavano il voto semplice di castità con l’esercizio di pie pratiche quotidiane. La dedizione di queste Pie Verginelle, fece sì che quest’istituzione, ideata da Don Francesco De Lucia, si propagasse ben presto nel Regno di Napoli e in Francia. Molti Vescovi e Prelati chiesero e adottarono le Regole delle Monacelle di Santa Filomena, scritte dal De Lucia per i loro Istituti Religiosi.
Don Francesco si meritò la stima di Papa Leone XII, dei vescovi, sacerdoti, religiosi, e augusti personaggi come Ferdinando II Re di Napoli, da questi onorato e rispettato. Fino al 1843 il Re Ferdinando II fece visita al Santuario ben 25 volte, sia con la prima consorte Maria Cristina di Savoia, sia con la seconda Maria Sofia. Infine si meritò non solo la venerazione dei suoi concittadini, ma soprattutto quella dei devoti della Santa.
Il Venerdì Santo del 1835 Don Francesco De Lucia, mentre si recava a Nola per salutare il Vescovo, cadde da un asino. Quella caduta fu l’inizio di una lunga infermità. Nonostante la sua infermità, negli anni in cui scoppiò il colera (1836 – 1837) a Mugnano del Cardinale, il venerando sacerdote divenne un angelo consolatore di tutti gli infermi e moribondi. Il 14 aprile nel 1841 ebbe una seconda caduta. Nel 1845 un’altra caduta gli causò la rottura di un’arteria che lo rese infermo e che arrecò al pio sacerdote gravissimi dolori. Durante questi anni di infermità sopportò la malattia con una edificante ed eroica sopportazione e voglia di continuar nella sua opera.
Dopo aver dedicato 41 anni del suo ministero sacerdotale al continuo servizio del Santuario e alla diffusione del culto di Santa Filomena, Don Francesco De Lucia, all’età di 75 anni, il 9 aprile 1847 rendeva l’anima a Dio. La perdita del custode delle Sacre Reliquie di Santa Filomena fu un lutto profondo per la città di Mugnano del Cardinale e per i devoti della Santa; i solenni funerali a lui resi nel Santuario furono una chiara manifestazione dell’amore che questi nutrivano per il custode del Santuario.
Durante i giorni delle esequie, furono necessarie guardie di vigilanza per impedire la ressa del popolo del circondario, che accorreva a rendere l’ultimo saluto al venerando custode, cercando di ottenere un brandello dei suoi vestimenti da conservare come reliquia. L’elogio funebre fu tenuto dal dott. Don Nicola Sirignano, che era legato al De Lucia da profonda stima e amicizia.
Dovendo aver luogo i riti funebri, la salma fu situata dinanzi la cappella della Santa, alcuni desideravano che si accendessero i ceri all’altare della Santa, e si facesse suonare, come da tradizione, la ruota dei campanelli così come accade nella cerimonia della rimozione del velo che ricopre l’urna con il sacro corpo di Santa Filomena; ma altri si opponevano, e quest’ultimi, ebbero la meglio. Ma mentre i facchini alzavano la salma per le pubbliche esequie, la ruota dei campanelli, senza che alcuno la muovesse, cominciò prodigiosamente a suonare con stupore del clero e del popolo presente. Furono allora accesi i ceri e abbassato il velo che copre l’urna con il Corpo di Santa Filomena. Don Francesco De Lucia provvisoriamente fu sepolto nella “cappella della Congrega dell’Immacolata Concezione, vicino alla Chiesa Parrocchiale”. Per conservare la memoria di questo fervente servo di Dio, il marchese Alfonso d’Avalos di Vasto e Pescara, Sovrintendente del Santuario, eresse un monumento funebre a sinistra della navata del Santuario. Il corpo del fondatore del Santuario il 9 dicembre 1848 con solenne pompa funebre, previo atto di ricognizione della Curia di Nola, fu traslato e sistemato nel monumento funebre.
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